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Transizione 5.0, ecco come stanno rispondendo le aziende italiane

da | 18 Giu, 25 | Attualità |

Secondo i dati dell’ultima indagine di Sonepar Italia, a oltre un anno dal lancio del Piano Transizione 5.0, solo una minoranza di aziende italiane ha avviato investimenti, ma molte riconoscono i benefici in termini di innovazione e risparmio energetico e valutano di aderire entro fine anno.

I riscontri delle aziende italiane sul Piano Transizione 5.0 si presentano contrastanti. L’iniziativa, pensata per incentivare l’adozione di tecnologie innovative capaci di migliorare l’efficienza energetica del sistema produttivo, non ha ancora riscosso un’adesione diffusa. A distanza di circa un anno dall’apertura della piattaforma per l’accesso agli incentivi, meno della metà (45%) delle aziende conosce a fondo i contenuti del piano e una quota ancora più limitata (21%) ha già avviato investimenti. In questi casi, si tratta generalmente di un’entità contenuta: gli investimenti realizzati o programmati sono inferiori a 2,5 milioni di euro nel 78% dei casi, di valore compreso tra 2,5 e 10 milioni nel 6% dei casi e superiori ai 50 milioni per il 17% del campione di riferimento.

Tra le principali cause della bassa partecipazione, le aziende indicano la complessità burocratica richiesta per accedere ai benefici. Nonostante queste difficoltà, molte realtà produttive riconoscono le potenzialità del piano, soprattutto per quanto riguarda l’ammodernamento dei macchinari e il risparmio energetico. Proprio per questo, diverse imprese (38%) stanno valutando la possibilità di aderire all’iniziativa entro la fine dell’anno. I risultati dell’indagine sono stati presentati nel corso della prima giornata del “Sonepar Industry Summit”, evento che per due giorni ha riunito al Zanhotel & Meeting Centergross di Bentivoglio (Bologna) circa mille tra manager industriali, costruttori di macchine, system integrator, installatori e quadristi.

L’incontro ha rappresentato un’occasione di confronto sul futuro del comparto e sulle sfide poste dalla transizione digitale ed energetica. Sergio Novello, Presidente e Amministratore Delegato di Sonepar Italia, ha sottolineato come la presenza capillare dell’azienda sul territorio nazionale e l’organizzazione interna, articolata anche in due Business Unit verticali, permettano a Sonepar di svolgere un ruolo di collegamento tra i fornitori di tecnologia e le filiere dell’industria, dell’edilizia e della sostenibilità.

I risultati dell’indagine di Sonepar sul Piano Transizione 5.0
Solo il 45% degli intervistati si ritiene adeguatamente informato sul Piano Transizione 5.0 e il 25% pur non avendo le informazioni necessarie prevede di approfondire il tema in futuro. La conoscenza della materia è più forte tra le aziende medio grandi (65% degli intervistati di questo segmento ritiene di conoscere il piano). Interessante anche il fatto che il 40% degli intervistati si è affidato a consulenti esterni per conseguire gli incentivi e che un ulteriore 20% prevede di farlo nei prossimi mesi.

L’efficientamento energetico degli impianti e delle strutture è percepito come l’intervento di maggiore interesse per il 59% del campione, seguono la ricerca di soluzioni di automazione 4.0 per migliorare efficienza e sostenibilità (41%) e l’adozione di tecnologie digitali per il monitoraggio e la gestione dell’energia (39%). Solo il 12% degli intervistati considera anche l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale per ottimizzare i processi.

Sul fronte degli investimenti le aziende mirano in particolare alla sostituzione dei macchinari obsoleti (59%), all’introduzione di beni 4.0 che garantiscano risparmio energetico (41%) e a nuovi sistemi per la produzione di energia rinnovabile (41%). Al 27% e al 24% rispettivamente le valutazioni di possibili investimenti in digitalizzazione dei processi e nella formazione del personale sulla transizione green e digital.

Il Piano Transizione 5.0 è visto come uno strumento per ridurre i costi (49% del campione) e per conseguire una maggiore efficienza operativa (49%), riducendo l’impatto ambientale (39%) e migliorando competitività (37%) e qualità del servizio (22%). Gli ostacoli principali sono la complessità burocratica (73%), i costi elevati (39%), la mancanza di competenze tecniche (27%), le infrastrutture inadeguate (27%), la complessità di integrazione (22%) e la resistenza al cambiamento dell’azienda (18%). Solo un’azienda su cinque (21%) ha avviato progetti legati al Piano e il 38% intende farlo. Gli investimenti realizzati o programmati sono inferiori a 2,5 milioni di euro nel 78% dei casi, di valore compreso tra 2,5 e 10 milioni nel 6% dei casi e superiori ai 50 milioni per il 17% del campione di riferimento.

La formazione e i workshop di approfondimento in materia di Transizione 5.0 sono considerati interessanti da un terzo degli intervistati (31%) che si dice interessato a partecipare, mentre un altro 31% è disposto a valutare questo tipo di iniziative. Davide Lombardi, Direttore della Business Unit Industry di Sonepar Italia, ha spiegato che l’obiettivo dell’iniziativa è mettere a disposizione dell’intero comparto industriale le competenze e la rete di relazioni dell’azienda, per stimolare un confronto costruttivo sul Piano Transizione 5.0. L’intento è fornire spunti utili sia alle imprese ancora indecise sull’adesione, sia alle istituzioni.

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