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LA FIDUCIA NELL’AUTOMAZIONE

da | 17 Dic, 24 | Editoriale |

Secondo un recente sondaggio di Edelman Trust Barometer 2024, solo il 48% delle persone dichiara di fidarsi pienamente delle tecnologie automatizzate, con una maggiore resistenza verso settori come i veicoli autonomi e l’intelligenza artificiale applicata a decisioni critiche. Questo dato riflette non solo la paura dell’errore tecnico, ma anche il timore che la tecnologia superi il controllo umano senza un’adeguata comprensione o regolamentazione.

Per comprendere la relazione tra l’automazione e la fiducia, è utile rifarsi al concetto dei tre livelli di verità su cui basano studi e teorie di grandi filosofi, logici e scienziati.

Il primo tipo di verità è quella matematica: assoluta e inconfutabile. Nell’automazione, ciò si traduce in algoritmi e processi che funzionano secondo logiche precise e verificabili. La precisione di un robot chirurgico o di una macchina CNC ne sono esempi.

C’è poi una verità scientifico-tecnologica che deriva dalla ripetibilità e dalla verifica sperimentale. Sistemi automatizzati che dimostrano risultati consistenti nel tempo, come i dispositivi diagnostici o i sistemi di produzione, guadagnano la fiducia degli utenti.

Infine c’è la verità storico-culturale che dipende dal contesto e dall’esperienza condivisa. In questo caso, la fiducia nell’automazione cresce man mano che le persone accumulano esperienze positive e si crea una narrativa favorevole. Ad esempio i robot collaborativi inizialmente accolti con scetticismo, ora sono percepiti come alleati indispensabili.

In ambiti come l’industria e la medicina, l’automazione viene vista come sinonimo di efficienza e precisione. Robotica chirurgica, diagnostica automatizzata e controllo qualità nelle linee di produzione sono esempi in cui la fiducia e i tre livelli di verità trovano applicazione pratica.

Nei veicoli autonomi e nell’AI applicata a sistemi decisionali, il livello storico-culturale della fiducia è ancora carente. Incidenti attribuiti all’automazione e il rischio di bias negli algoritmi alimentano la percezione che queste tecnologie siano “opache” e incontrollabili.

Educazione e regolamentazioni trasparenti sono essenziali per costruire fiducia. Secondo il sondaggio, l’80% degli intervistati ritiene cruciale che le aziende investano nella trasparenza dei loro processi tecnologici.

L’evoluzione della fiducia è un processo lungo, ma il dialogo tra tecnologia, utenti e regolatori può trasformare i timori in opportunità per un progresso condiviso e consapevole.

A cura di Armando Martin

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