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Albiqual informa giugno 2025

da | 2 Set, 25 | Associazioni di categoria |

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Secondo l’ultimo rapporto dell’IEA (Agenzia Internazionale dell’Energia), nel 2025 un auto su quattro sarà elettrica. Le vendite globali di veicoli elettrici supereranno i 20 milioni, rappresentando oltre il 25% del mercato auto mondiale. Tuttavia, mentre la Cina guida la transizione e l’Europa si difende, l’Italia fatica a tenere il passo, con una quota di mercato ancora sotto il 6%. Il dato della IEA non lascia spazio a interpretazioni: la mobilità elettrica sta diventando rapidamente la nuova normalità. Se nel 2020 solo il 4% delle auto vendute nel mondo era a batteria, oggi si parla di una su quattro. Un cambiamento di paradigma che sta avvenendo a ritmi impressionanti, soprattutto grazie alla spinta di alcuni mercati chiave.

LA CINA TRAINA LA CRESCITA CON BYD IN TESTA
Il motore di questa trasformazione è la Cina, che da sola rappresenta oltre il 60% delle vendite globali di auto elettriche. A guidare la crescita c’è BYD, che ad aprile 2025 ha venduto 380.089 veicoli a nuova energia (NEV), tra elettrici puri e ibridi plug-in. Un record assoluto per un solo mese- Di questi, ben 79.086 sono stati esportati, il che conferma la crescente ambizione del colosso cinese di guadagnare quote di mercato a livello internazionale.

RAPPORTO IEA: RALLENTA LA CRESCITA IN EUROPA
Nel Vecchio Continente, la diffusione dell’auto elettrica procede, ma con ritmi meno sostenuti rispetto agli anni passati. Secondo il rapporto IEA, nel primo trimestre del 2025 le vendite sono cresciute dell’8%, un dato positivo ma inferiore al +35% della Cina. Il rallentamento è attribuito in parte alla riduzione degli incentivi in paesi chiave come Germania e Francia e in parte a un generale aumento del costo della vita, che ha frenato gli acquisti di auto. Anche se paesi come la Norvegia e i Paesi Bassi restano all’avanguardia, l’Italia continua a occupare le retrovie, con una quota di mercato per le auto elettriche nuove ferma al 5,4%. Un dato che non solo ci pone dietro la media europea, ma che evidenzia una persistente difficoltà strutturale nel favorire la transizione energetica del parco circolante.

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