IL COSTRUTTORE D’IMPIANTI DALLA LEGGE 46/90 AL NUOVO
DM37/08
A cura di Mati pi Romano Consigliere nazionale e Procuratore di Albiqual per la
Toscana
PROLOGO
Cari colleghi e lettori dei miei “Articolando” siamo giunti nel 2024. Primo numero di questo nuovo anno che si prospetta un po’ più in salita rispetto a quello trascorso. Sono passati 34 anni dalla Legge 46/90 e 16 dal D.M. 37/08. Qual è il punto della situazione circa quanto previsto da queste due Leggi? Lo scorso numero lo conclusi con un P.S. che riportava esattamente cosi: Ma dell’Intelligenza Artificiale ne vogliamo parlare? Una realtà con la quale tutti, volenti o nolenti, dovremo confrontarci. Dopo vari convegni ed incontri tematici ai quali ho partecipato, mi continuano a frullare in testa due domande diametralmente opposte: perché dobbiamo avere paura dell’Intelligenza Artificiale? Perché non dobbiamo avere paura dell’Intelligenza Artificiale?
BREVE PROMEMORIA DELLE PUNTATE PRECEDENTI
Nelle tre puntate precedenti, sono state fatte ampie panoramiche ed approfondito gli aspetti di quell’argomento il quale mi sta particolarmente a cuore, cioè la responsabilità e l’accresciuta professionalità degli installatori in questi ultimi tre decenni, cioè dalla Legge 46/90 in poi. Ovviamente abbiamo parlato del D.M. 37/08 ed inevitabilmente della DiConf (come sapete è una mia definizione) per la quale non mi stancherò mai di parlarne e ricordare la superficialità con la quale talvolta viene redatta questa preziosa documentazione e al tempo stesso, quali sono le corrette procedure per una compilazione precisa e analitica. Ho anche portato come spunto di riflessione, fornendo quelle che sono le mie opinioni al riguardo, gli interessi non troppo celati dei lobbysti che vivono (o vorrebbero vivere) sulle “certificazioni delle competenze” senza che ciò si traduca in un vero plus-valore per gli installatori e per la committenza (vogliamo ricordare il fallimentare “patentino” FER?) Ho anche ricordato che probabilmente in un prossimo futuro dovremo affrontare le questioni degli aggiornamenti continui degli installatori, che sono cosa ben diversa dalle “Certificazioni delle Competenze” di cui sopra. Ogni singolo argomento meriterebbe un capitolo specifico, tali sono gli aspetti da considerare e valutare, ma è anche vero che una rivista come la nostra, non può essere monopolizzata in modo monotematico. Oltretutto la cadenza periodica di Albiqual Informa, richiede una conclusione del tema specifico, magari rimandando alla puntata successiva, il seguito ma senza lasciare troppe questioni in sospeso. Ed è così che cerchiamo di fare. Ciò non toglie che alcuni vari e specifici argomenti possono essere ripresi ed ulteriormente approfonditi, qualora dovessero emergere ulteriori considerazioni e/o novità.
STATUS QUO
Dopo il “Quo Vadis” dello scorso numero, adesso analizziamo lo stato attuale, citando sporadicamente un po’ di latinismi, i quali appartengono alle nostre radici culturali e dovrebbero essere un patrimonio da tutelare, al contrario della trasbordante e dilagante moda irrefrenabile degli “anglicismi” che ho sempre rifiutato ove posse possibile (e lo è quasi sempre) utilizzare i nostri termini, la nostra stupenda lingua che è la più completa e inclusiva, insieme alla lingua madre che è appunto il latino. Facciamo una panoramica sullo stato di fatto della situazione tecnico-normativa-legislativa attuale compreso le ultime novità che riguardano le nostre categorie elettrici-elettronici, approfondendo di seguito i vari argomenti.
1. UNI ritira finalmente norma sui requisiti professionali per operatori di impianti fotovoltaici, con grande soddisfazione di chi, come noi, ne ha sempre contrastato il principio
2. Siamo in attesa dell’ufficializzazione del ritiro della norma analoga sull’Esperto Bacs
3. L’inchiesta pubblica per la nuova edizione CEI64-8 è terminata il 17 dicembre 2023 entro quale data potevano essere inviati
commenti e proposte.
4. Problema per le aziende circa il reperimento del personale. Non si riescono a trovare giovani da inserire negli organici delle imprese.
5. Continuo calo del numero di imprese iscritte in CCIAA. Aziende chiudono (magari per raggiunti limiti di età/pensionamento del titolare e non fattibilità del passaggio generazionale) ed al tempo stesso mancano nuove imprese. 6. Intelligenza Artificiale: deleterio o fonte di opportunità per le nostre categorie?
Di ogni specifico argomento, cerchiamo di entrare nei dettagli per offrire spunto di riflessione e conoscenza ai nostri lettori. Ovviamente non c’è pretesa di esaustività, lo spazio che occupiamo su questa splendida rivista periodica non ce lo consente. Come pure non c’è nemmeno al pretesa di aver citato tutti gli argomenti che potrebbero essere interessanti per le nostre categorie. Motivo per cui, invitiamo sempre i nostri lettori a scriverci per dare il loro contributo, di critica o di ulteriori informazioni che possono esserci sfuggite o che non conosciamo
UNI: RITIRO NORMA
A dicembre 2023 è stato deliberato dell’UNI Ente Italiano di Normazione, il ritiro della norma UNI CEI 11696:2017 che stabiliva i “requisiti per l’attività professionale degli operatori degli impianti fotovoltaici” con grande soddisfazione per le associazioni di rappresentanza delle imprese del settore, in primis Confartigianato, le quali hanno sostenuto una “battaglia” ostativa contro questi progetti. Ci sono leggi e norme specifiche che gravano sugli installatori (vedi l’inutile e dannoso obbligo FER). C’è il D.M. 37/08 che stabilisce i requisiti specifici, vogliamo sovrastare tale decreto e inventarsi abilitazioni emanati dagli onnipresenti Certificatori di Competenze? Davvero c’è bisogno di nuovi fardelli burocratici a favore di lobby che tutelano solo il loro conto corrente? Noi non ci stiamo. Ecco perché esultiamo per questo traguardo. Bene ha fatto UNI a recepire quanto esposto dalle associazioni di categoria. Ottima notizia
UNI-CTI: IN ATTESA DI UFFICIALIZZAZIONE RITIRO NORMA “ESPERTO BACS”
Come per il paragrafo precedente, anche in questo caso ci sono progetti che tendono a sovrastare e duplicare quanto già previsto dal D.M. 37/08. In questo caso il CTI “Comitato Termotecnico Italiano” stava elaborando e confermando una norma da loro emanata. Infatti gli ultimi incontri, cui io stesso ho partecipato attivamente, erano finalizzati alla “Decisione in merito alla Revisione quinquennale della norma UNI CEI TS 11672 “Attività professionali non regolamentate – Figure professionali che eseguono l’installazione e la manutenzione dei sistemi BACS (Building Automation Control System) – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza” con possibilità di Conferma/Revisione/Ritiro”. Dalla votazione è emersa una maggioranza del 57% a favore di una revisione e noi, in minoranza con il 43% favorevoli allo stralcio. Occorre però precisare che la “Ferma Opposizione” fatta dalle associazioni di categoria, richiamano un articolo dello statuto UNI nel quale si evidenzia che ogni decisione non può non tenere conto delle quotate rappresentanze delle imprese del settore. In pratica una norma non può essere emanata contro il volere delle imprese che operano in determinati e specifici settori. La decisione spetta ad UNI, in quanto il CTI non può procedere in autonomia in questi contesti. Non c’è ancora ufficializzazione, ma contiamo sul rispetto di quanto previsto nello statuto UNI.
Nota a questi due paragrafi
Ma per quale motivo UNI/CTI hanno particolare attenzione a normare ciò che è già previsto? Sarebbe ovviamente semplicistico ricordare che vi sono soggetti rappresentanti di lobby, come i Certificatori di Competenze” che hanno interesse economico a dispensare corsi obbligatori a pagamento (molto cari e onerosi) con esami specifici e successivi corsi di aggiornamento (sempre molto onerosi). La questione non è solo questa ma anche ideologica secondo la quale gli installatori non possono avvalersi solo del D.M. 37/08 perché non garantisce qualità di competenza. Le nostre obiezioni sono invece che, innanzitutto il D.M. 37/08 non può essere ignorato, considerando che è Legge ed inoltre le imprese che operano nel settore, hanno tutto l’interesse ad accrescere le proprie competenze, come sempre fanno, acquisendo quelle informazioni/corsi/seminari/studi necessari per poter essere presenti sul mercato delle nuove tecnologie. Le competenze si acquisiscono anche e soprattutto sul campo. Il vero esaminatore è come sempre il mercato e la committenza. Se gli offri un lavoro esclusivamente ad un prezzo più competitivo ma senza che questo risulti efficace ed efficiente, è lo stesso mercato che ti marginalizza. Quando la committenza addirittura non ti richiede danni. Gli installatori che hanno operato in tutti questi anni in ambiti tecnologici e innovativi si sono autoformati proprio per cercare di sfruttare le nuove opportunità che il mercato ha offerto. Un esempio: la domotica KNX. Non c’è nessun obbligo di patentini o altre abilitazioni. Chi però ha voluto crescere in questo settore ovviamente ha fatto i relativi corsi. Ma sostenere il corso e l’esame finale per ottenere il KonnexPartner, non equivale ad avere competenza, se non viene fatta esperienza sul campo. Un corso, un esame un Master non sarà mai certezza di competenza, ma solo un presupposto. Cosi come un luminare (per esempio, in ambito medico, lo è in forza delle sue esperienze sul campo e non dei titoli che può aver acquisito. Quindi noi siamo piuttosto per dei percorsi di formazione continua per gli installatori ma nessun obbligo che sovrasti il D.M. 37/08. Troppi interessi economici girano intorno i Certificatori di Competenze i quali continuano a spingere per esami obbligatori da sostenere solo attraverso specifici soggetti. E lo stanno facendo anche per i posatori di impianti a pavimento per riscaldamento, per impianti di allarme, videosorveglianza ecc e per l’esperto Bacs di cui ho già descritto. Noi non siamo e non saremo mai concordi e per quanto possibile troveranno sempre la nostra opposizione.
UNI: RITIRO NORMA
Il 17 dicembre 2023 si è conclusa l’inchiesta pubblica, per la nuova edizione 64-8, con i progetti da C.1323 (64-8/1) fino al C.1330 (64-8/8). Ancora non sappiamo gli esiti di tale inchiesta, quanti contributi ci sono stati e su quali temi specifici. Di
sicuro, come abbiamo fatto per la scorsa edizione (l’ottava del 2021) parteciperemo ai lavori offrendo il nostro contributo di esperienza maturato sul campo della progettazione ed installazione. Una concertazione di tecnici di varia estrazione non può che portare a buoni risultati.
PROBLEMA REPERIMENTO DEL PERSONALE
È problema comune a molti settori artigiani. I mestieri tipici ove occorre manualità unita alla conoscenza, competenza e capacità sono sempre meno attrattivi per i giovani. Si registrano preoccupanti cali continui di iscrizione negli Istituti Tecnici a favore dei Licei. Ovvio che i giovani devono seguire i propri desideri professionali ma viene da chiedersi se non ci sia carenza della giusta informazione circa i benefici dei nostri mestieri e professioni. Oltre a questa carenza c’è poi un dilagante condizionamento a favore di professioni che oggi rischiano di avere troppi addetti per i posti disponibili e inoltre, aspetto da non sottovalutare, vi sono troppe professioni destinate a sparire, per innovazioni tecnologiche soprattutto per l’avvento dell’Intelligenza artificiale che inevitabilmente sopprimerà proprio quelle professioni intellettuali. Comunque di questo ne parleremo all’ultimo paragrafo. Crediamo che sarebbe opportuno un programma ministeriale che preveda presenza di artigiani e professionisti che operano nei nostri settori, in modo che vengano esposti i vantaggi che i ragazzi troverebbero intraprendendo gli studi relativi. Ovviamente sarebbero incontri da effettuarsi nelle scuole medie inferiori per aiutare nella scelta dell’istituto superiore. Molte associazioni lo fanno già, in accordo con le scuole, ma sono esperienze sporadiche. Dovrebbero diventare sistematiche. Non bastano gli open day che pure sono opportuni, ma sono troppo fugaci e poco incisivi. C’è un condizionamento da parte di influencer, che io definisco parassiti della società produttiva, i quali incantano i nostri ragazzi con informazioni false e irreali. L’unico sistema è la diffusione di altra informazione reale, concreta e sostenibile per il loro futuro.
PROBLEMA PASSAGGIO GENERAZIONALE
Non vi è un numero considerevole di passaggi generazionali di aziende nei nostri settori. Anzi, via via con gli anni è diventato esiguo. I titolari invecchiano ed i figli hanno altre (lecite) aspirazioni. Quindi non trovando il modo di passare la gestione, molte aziende, inevitabilmente, chiudono. Gli stessi dipendenti non hanno voglia di provare un esperienza imprenditoriale e molte volte potrebbero farlo a costi esigui. Per cui alle varie CCIAA si registrano sistematicamente bilanci in deficit: + aziende chiudono – aziende aprono. Per cui, oltre al problema della carenza studenti agli istituti tecnici di cui ho descritto nel precedente paragrafo, c’è anche questa delicata situazione del mancato passaggio generazionale che sta creando vuoti di presenza nel mercato degli installatori. Si profila un futuro grigio per le nostre categorie, ma al tempo stesso fatto di stupende opportunità per quelle imprese, nuove e vecchie che opereranno in questi settori, con una sempre minor concorrenza e quindi, presumibilmente un maggior spazio per le marginalità e scelta dei lavori. Uno dei settori che meno ha risentito di queste carenze è quello edile. Non che fra gli edili vi siano nuove leve che bramano per iniziare questi faticosi lavori, ma perché ha beneficiato dell’ingresso di molta manodopera extracomunitaria. L’ondata di arrivi dall’Albania dei primi anni 1990, poi dai paesi balcanici, soprattutto Romania che per la comune radice latina, ha reso più facile l’integrazione e ultimamente gli arrivi dall’Africa, ha contribuito a crescere il numero di manovalanza. Nel corso degli anni, chi ha avuto voglia ed è stato capace, ha addirittura aperto impresa propria ed oggi sono moltissime le imprese edili il cui titolare è un extracomunitario. Non che ciò abbia risolto il problema della carenza di personale, ma lo ha attenuato in maniera più massiccia rispetto alle nostre categorie. Ovviamente ci aspettiamo che un prossimo futuro, vi siano massicci ingressi di persone extracomunitarie, anche di seconda generazione, nelle nostre categorie, ma il problema è lungi da essere risolto o attenuato. Nei nostri momenti di incontro con gli studenti delle scuole superiori, ripetiamo spesso questi concetti, invitando i ragazzi a pensare ad un futuro come elettricisti, elettronici ribadendo l’enorme spazio che si è creato. Inoltre, se qualcuno avesse voglia di provare l’esperienza imprenditoriale, va precisato e sottolineato che i nostri mestieri, al contrario di altri (per esempio meccatronici) comportano investimenti di spesa prossimi allo zero. Un po’ di attrezzatura e strumentazione, almeno per iniziare hanno costi davvero bassi, per cui, se per caso l’esperienza dovesse essere negativa, non hanno perdite consistenti. In conclusione, i ragazzi che si orientano verso i nostri mestieri hanno tutto da guadagnare. Inoltre, cosa non da poco, le nostre professioni e mestieri potrebbero essere quelli meno colpiti dall’Intelligenza Artificiale, per la quale si prospettano ingenti perdite di posti di lavoro. Ma questo è argomento del prossimo paragrafo.
INTELLIGENZA ARTIFICIALE: CHE IMPATTO AVRÀ SULL’OCCUPAZIONE?
Argomento relativamente nuovo di cui la stragrande maggioranza delle persone, ne ha ignorato l’esistenza solo fino a pochi mesi fa. Tema riservato solo a chi ha interessi settoriali. Poi da qualche mese c’è stato un interesse crescente. Interviste, notizie su commissioni italiane ed europee create ad hoc per perimetrarne i limiti. Oggi se ne parla praticamente tutti i giorni. Ovviamente non è questo lo spazio per approfondire il tema specifico, oltretutto non ne avrei nemmeno le capacità, se non in modo superficiale. Sebbene me ne sia cominciato ad occupare, per ragioni ed interessi personali, da dopo la pandemia, quindi circa 3 anni di partecipazioni ad incontri in presenza e web, colloqui con professori del settore e approfondimenti tramite articoli specializzati, la mia conoscenza rimane comunque superficiale, in quanto tema complesso. Lo scopo quindi è cercare di capire quale potrebbe essere l’impatto sui posti di lavoro ed in particolare per le nostre categorie. Certamente tutti dovremo fare i conti con l’Intelligenza artificiale, di seguito IA (gli anglofoni la chiamano sempre e solo AI, ma io anglofono non sono…..). Imprese, lavoratori, semplici cittadini, utenti, tutti avremo a che fare con questa tecnologia che spaventa ed affascina al tempo stesso. Da tempo viene utilizzata già in una eterogeneità di situazioni e contesti. Articoli di giornale, libri, testi scritti con l’ausilio dell’IA stanno rendendo meno importante l’opera del professionista del settore. Giornalisti, Ghostwriters, Copywriter, addetti ai centralini telefonici sono le prime visibili “vittime”. Perché pagare l’uomo se lo stesso lavoro e anche meglio lo fa la macchina? Quanti lavori verranno persi e sostituiti con IA? Sarebbe anacronistico pensare di bloccare il progresso (anche se non ci piace) per proteggere posti di lavoro. Sono mentalità appartenute ad ideologie nate a metà dell’800 e fallite miseramente. Se avessimo sempre ragionato così saremmo ancora all’età della pietra e ogni scoperta sarebbe stata cassata per preservare un posto di lavoro umano. La rivoluzione industriale dell’800 non avrebbe avuto seguito. Le automobili non avrebbero potuto essere costruite, l’automazione industriale, il computer, il pc. Il problema non è mai stato (almeno fino ad oggi) l’oggetto dell’invenzione ma il suo utilizzo il quale può essere al tempo stesso deleterio o positivo. Quindi lo scopo della società e di ha il potere di legiferare e controllare, sta proprio nel delimitare i confini di utilizzo dell’IA e sfruttarne gli enormi benefici che ne possono scaturire. Dalle conoscenze che abbiamo, sembra che i mestieri che potrebbero subire più tardi gli eventuali effetti negativi (perdita posti di lavoro) sono proprio i nostri, quelli cioè che necessitano di una forte componente di manualità. Attenzione non siamo esenti da risvolti negativi. Le nostre professioni, i nostri mestieri sono un mix di manualità e di competenze, conoscenze, capacità, quindi anche molto intellettuali. Le nuove tecnologie cui ci siamo dovuti confrontare negli ultimi 30 anni, hanno comportato formazione, studio, conoscenze, corsi aggiornamento pertanto ci hanno consentito di crescere culturalmente e professionalmente. Con l’avvento dell’IA sarà ancora più importante Articolando curare la propria cultura professionale, in quanto potrebbe essere travolta dalla stessa intelligenza artificiale, lasciando spazio solo alla manualità. In quel caso ci sarebbe un lento declino perché la manovalanza senza conoscenza è largamente disponibile in tutti quei popoli che emigrano per fame senza ovviamente avere competenze e conoscenze tecniche, ma che costano terribilmente poco e questo sarebbe davvero l’inizio della fine per i nostri settori. Quindi la sfida è quella di mantenere alto il livello di cultura di formazione, di conoscenze per poter mixare la nostra manualità artigianale ed imprenditoriale e rendersi meno vulnerabili rispetto agli aspetti negativi dell’IA, ma al tempo stesso poterne godere dei benefici. Non abbiamo abbastanza elementi per dibattere su argomenti che ancor oggi sono in continua evoluzione e senza precise regolamentazioni, ma abbiamo la capacità, come l’abbiamo sempre avuta, di percepire il vento che cambia e dobbiamo essere pronti a tirar fuori le vele necessarie per sfruttare a nostro favore questi cambiamenti. Tutto facile? No per nulla, ma non possiamo ignorare questa nuova tecnologia. E allora tornano le mie domande diametralmente contrapposte:
• Perché dobbiamo avere paura dell’Intelligenza Artificiale?
• Perché non dobbiamo avere paura dell’Intelligenza Artificiale?
Vorrei capire la risposta oggi (domani o in un futuro prossimo) in modo da non lasciare ai posteri l’ardua sentenza ma il loro futuro con precise regole, tutela del loro lavoro e della loro dignità di persone in modo che IA sia al loro servizio e non viceversa, come alcune cassandre stanno profetizzando.
SEMINARIO ALBIQUAL-CONFARTIGIANATO DEL 22 febbraio 2024 LO DICO E LO RIDICO: ANCORA TROPPI ERRORI SULLA DICO
Giovedì 22 febbraio 2024 si è svolto a Prato, nei locali di PRISMA Prato Industrial Smart Acceleration, in collaborazione con USL Toscana centro, il seminario tecnico con tre argomenti specifici: Il nuovo D.M. 37/08, L’importanza degli Allegati nella compilazione della DiCo e una Panoramica sulla situazione degli impianti elettrici in termini di sicurezza e manutenzione I primi due argomenti sono stati trattati da Per Ind. Romano Mati, CDA Albiqual e il terzo dal Dott Stefano Busia Tecnico della Prevenzione USL di Toscana Centro. Romano Mati ha aperto i lavori invitando ai saluti il Direttore Generale USL Prato Dott Luigi Mauri, l’Assessore alle Attività Produttive del Comune di Prato Dott.ssa Benedetta Squitieri, il Segretario Generale della Confartigianato di Prato Dott Davide Majone e il Presidente di Anaci Prato Dott Alessandro Bari. Tutti hanno sottolineato l’importanza di questi incontri e la sensibilizzazione sui temi come la sicurezza, l’aggiornamento normativo e il rispetto delle normative e Leggi del settore, con un plauso agli organizzatori per il coinvolgimento di un’eterogeneità di pubblico. Infatti erano presenti gli installatori elettrici, Periti Industriali, Geometri, Amministratori di Condominio ed una folta rappresentanza dell’Istituto Professionale Guglielmo Marconi (con circa 50 studenti) che hanno piacevolmente riempito la sala, facendo registrare all’inizio dell’evento 120 persone. Nell’esporre le particolarità del D.M. 192/2022 (nuovo D.M. 37/08), sono stati sottolineati gli obblighi ivi inclusi, cui ancor oggi a distanza di 14 mesi, risultano in larga parte disattesi, soprattutto da parte di chi dovrebbe svolgere attività di controllo. È stato ribadito inoltre l’opportunità per i Responsabili Tecnici di accrescere la propria competenza approfondendo la conoscenza delle normative richiamate dal D.M. 192/2022, le quali diventano cogenti e quindi obbligatorie. Nella relazione sugli Allegati alla DiCo, sono state ricordate le omissioni, gli errori e la poca conoscenza nel redigere un documento che è un atto pubblico e per il quale occorrerebbe una maggior dovizia, a tutela della propria responsabilità e nel rispetto che si deve alla committenza. La relazione della USL ha evidenziato le problematiche riscontrate nelle attività ispettive e degli infortuni causati da scarsa conoscenza della normativa vigente e l’approssimazione della documentazione relativa agli obblighi di Legge nei luoghi di lavoro. Particolarmente interessante è stato il passaggio sulla Norma CEI 11-27 e nello specifico la parte riguardante PAV e PES. Molto significativa è stata la parte finale in cui è stato lasciato spazio alle domande-risposte. Un pubblico particolarmente attento e desideroso di spiegazioni e confronto ha animato la conclusione dell’evento. Ancora una volta, Albiqual è stata presente in eventi che hanno coinvolto una trasversalità di soggetti, in linea con la propria missione di divulgazione della normativa elettrica e sensibilizzazione sulle problematiche ad essa correlate. Potremmo dire, senza eccessiva enfasi , ma sano realismo, che ove si parla di Norme, di cultura della sicurezza elettrica, di formazione, Albiqual c’è.
PARTECIPA ANCHE TU AL PROGETTO DEL POLITECNICO
DI TORINO PER REALIZZARE UNA DOMOTICA FACILE DA CONFIGURARE
La difficoltà nel configurare sistemi domotici è tra le cause della poca diffusione in Italia? Secondo l’esperienza di diversi progettisti ed installatori pare proprio di sì. Coniugare efficienza del sistema e semplicità di installazione sembra essere uno dei problemi che più assilla i produttori di domotica. Se da un lato infatti le soluzioni cablate forniscono funzionalità migliori rispetto a molte delle soluzioni wireless attualmente in commercio, dall’altro costringono spesso l’installatore a far intervenire tecnici specializzati per configurare ed installare il sistema. Questo ovviamente limita il lavoro dei professionisti del settore sia per il costo che devono sostenere sia per le complicazioni organizzative. Se guardiamo poi ai problemi di privacy sempre più sentiti dal consumatore ci rendiamo conto che oggi per un installatore scegliere la giusta soluzione domotica e pensare anche di promuoverla non è affatto scontato. Il progetto europeo SIFIS-Home risponde realizzando lo studio di un software che consenta all’installatore di svolgere le fasi di progettazione e configurazione del sistema domotico in completa autonomia, velocemente e con bassa probabilità di errore. Per risolvere la questione della cyber security e dare maggiore concretezza al progetto ha deciso di coinvolgere diversi enti ed aziende tra cui il CNR di Pisa e la startup SMARTOTUM SRL. Lo studio del Politecnico di Torino si focalizzerà invece sulla realizzazione delle interfacce grafiche del tool ponendo una particolare attenzione all’user experience. L’obiettivo è rendere l’app di configurazione il più possibile intuitiva ed essenziale e per farlo è necessario il supporto di chi la utilizzerà ogni giorno. Proprio per questo in varie fasi dello studio sono previste interazioni con tecnici installatori ed altri professionisti del settore domotico al fine di raccogliere dati utili per la progettazione e per il test del sistema. In questa fase iniziale è necessario prima di tutto fare un’indagine di mercato che permetta di analizzare comportamenti ed esigenze dei professionisti. Il questionario seguente è rivolto ad elettricisti, installatori, architetti, progettisti, costruttori ed altri professionisti che si occupano di domotica. Tempo di compilazione 5 minuti. Link al questionario.
INTEGRAZIONE SENZA LIMITI, PERFORMANCES AVANZATE E
DESIGN ESCLUSIVO: QUESTO È IL NUOVO VIDEOCITOFONO KLASS DI VIDEX
Le soluzioni smart building sono oggigiorno un must: tutti i sistemi devono integrarsi tra loro per ottenere una piena interoperabilità, che si estrinseca in maggior sicurezza e comfort per gli utenti. Questo riguarda la building automation, TVCC,
antintrusione, controllo accessi e – senza ombra di dubbio – la videocitofonia. Videx Electonics è specializzata in sistemi di videocitofonia di alta gamma – totalmente progettati e realizzati in Italia – che vanta un’esperienza profonda nella piena integrazione con terze parti, grazie alla quale ha dato vita ad IPure: il sistema di videocitofonia proprietario che assicura un’integrazione senza limiti IPure si basa su protocolli IP standard, quindi può essere integrato con altri dispositivi e sistemi per una gestione avanzata delle funzioni e per massimizzare la user experience. Supporta i protocolli maggiormente impiegati per realizzare soluzioni integrate: protocollo SIP per l’interfacciamento con centrali VoIP e sistemi di Public Address, protocollo RTSP per l’integrazione con sistemi di videosorveglianza, http per inviare e ricevere comandi, come sistemi domotici e con gateway IP-KNX. Tutti i protocolli sono disponibili di default nei dispositivi che supportano la tecnologia IPure, così il professionista può liberamente integrare il sistema senza costi di licenza aggiuntivi. Grazie ad IPure, è possibile scegliere liberamente i sistemi e i dispositivi specialistici da integrare: il risultato sono soluzioni altamente interoperabili e performances avanzate che offrono all’utente la massima esperienza e comfort. Il nuovo Klass è l’ultimo dispositivo che entra a far parte della gamma IPure: un elegante videocitofono dal design ultra slim con finitura in vetro, in esecuzione vivavoce con cornetta opzionale ad innesto magnetico, perfetto per applicazioni di alto livello. Il nuovo Klass ha un display di 7” Hi-Res LCD TFT IPS 1024×600 con schermo capacitivo e una telecamera frontale disponibile per chiamate audio e video intercomunicanti a 2Mpx. Klass supporta la tecnologia IPure, perciò è pienamente interoperabile con sistemi di terze parti, è Linux embedded ed è equipaggiato di browser interno per visualizzare pagine web di diversa natura, come ad esempio per il controllo di sistemi di antintrusione, di apparati fotovoltaici, per la gestione di servizi generici su cloud, e molto altro. Molto più che il solito videocitofono: grazie alla tecnologia IPure e ai protocolli supportati, Klass si trasforma nel pannello di controllo delle tecnologie integrate:
• Visualizzazione e gestione delle telecamere di videosorveglianza grazie al protocollo RSTP;
• Gestione delle telecamere PTZ tramite l’invio di comandi http per impostarle su un determinato preset;
• Controllo tramite comandi http delle telecamere smart che rilevano i numeri di targa, utilizzandole per aprire automaticamente i cancelli e le barriere collegate al sistema IPure;
• Integrazione con sistemi di telefonia VoIP, sia tramite centrali locali che in cloud, grazie al protocollo SIP;
• Integrazione con sistemi che sfruttano il linguaggio http per inviare e ricevere comandi, come sistemi domotici e con gateway IPKNX.
Inoltre, grazie ai sensori di temperatura e umidità inclusi, Klass funge da cronotermostato smart per il controllo della temperatura. È possibile impostare la temperatura degli ambienti, settare e modificare i programmi, visualizzare le informazioni di temperatura e umidità, e tutte le funzioni sono facilmente gestibili – oltre che in locale – tramite l’app Videx che riflette la stessa iconografia e navigazione disponibile nel monitor. Klass include inoltre un sensore di prossimità per l’attivazione automatica dello schermo all’avvicinarsi dell’utente, e un sensore di luminosità per la regolazione automatica della stessa e del
tema. Entrambi i sensori possono essere impiegati per avviare automazioni e scenari grazie all’integrazione con sistemi di terze parti. Tutte le funzioni possono essere gestite da remoto tramite app Videx, non serve alcuna configurazione e in un attimo è possibile avere tutto sotto controllo: è possibile rispondere alle chiamate, aprire i varchi, gestire la temperatura, commutare le telecamere integrate per monitorare le aree coperte, personalizzare i livelli di accesso e gestire tutte le funzioni derivanti dall’integrazione con altri sistemi. Per tutte le informazioni e contatti vai su www.videx.it